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Recensione

Fradicio per la pioggia di critiche che in patria ha investito la sua ultima opera, Oliver Stone auspica una risposta migliore dal Vecchio Mondo.

Sfruttando il collaudato escamotage del flashback, s’immagina che l’anziano Tolomeo (Hopkins) detti le sue memorie di ex-generale dell’esercito di Alessandro Magno (Farrell), aggiungendo particolari sulla vita privata.

Ne scaturisce il ritratto di un giovane uomo intrappolato in rapporti sentimentali complessi: con la madre Olimpiade (Jolie), presunta strega e cospiratrice, con il padre re e padrone Filippo (Kilmer), che fa sudare al figlio il suo affetto, e con il coetaneo Efestione (Leto), amico d’infanzia e amante.

Un’analisi che, posta in relazione con alcuni dei grandi miti dell’antichità (Eracle, Medea ed Edipo), trasforma il Macedone in una sorta di caso clinico contemporaneo, quasi “costretto” dalla negatività dell’ambiente familiare, nonché dall’ansia di rivalsa, ad allontanarsi il più possibile da casa e diventare un conquistatore.

L’accurata ricostruzione storica non toglie però i dubbi sul protagonista, troppo imbrigliato nelle logiche del regista, oltre a non impedire il decollo tardivo di una pellicola comunque affascinante.

Sax Marmotta