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Recensione

Il regista e sceneggiatore Wayne Roberts ha all’attivo un solo titolo da noi inedito, Katie Says Goodbye (2016).

A tambur battente ha realizzato questa dramedy dal cast altisonante, che però accusa vari squilibri e l’indecisione sulla direzione da prendere (in ciò il finale calza a pennello).

Richard (Depp, sfumato eppur debordante), docente di letteratura in un college, scopre che non gli resta molto da vivere.

Superato lo shock, sfrutta il tempo a disposizione all’insegna della più assoluta franchezza, impartendo scomposte lezioni – per pochi eletti – senza curarsi dei protocolli, affontando a muso duro la moglie Veronica (DeWitt), artista pretenziosa, e il di lei amante Henry (Ron Livingston), fatuo rettore, cercando di avvicinarsi alla sfuggente figlia Olivia (Young), alla quale sostituisce parzialmente la sensibile allieva Claire (Deutch), accostandosi a vizilenitivi” (erba e alcool, soprattutto).

Alla vivida suddivisione in capitoli, che scandisce le tappe di un deperimento inevitabile, non corrisponde una corretta progessione drammatica, con digressioni che vanno  dall’avvicinamento a un altro discepolo, Danny (Devon Terrell), all’incerta funzione del cane di casa: A quel punto ci si è già accorti della somiglianza con tanti altri film a sfondo scolastico o incentrati su mali incurabili, e del fatto che la partecipe prova di Huston (l’addolorato collega Peter) è sprecata.

Il pubblico, comunque, sta apprezzando.  .

Max Marmotta