Recensione

Diretto da Gianfranco Giagni, spesso attivo in televisione, e dal critico Fabio Ferzetti, un ritratto di Carlo Verdone, comico, interprete, autore, uomo.

Secondo i canoni delle biografie oculatamente celebrative (ma non mancano le osservazioni pungenti di Goffredo Fofi), ascoltiamo i racconti e i ricordi del diretto interessato, nonché delle persone – non necessariamente famose – che lo conoscono bene (come il fratello e collega Luca) e di coloro che hanno avuto il tangibile piacere di lavorare con lui (fra i vari interpellati, le attrici Giorgi, Buy, Morante).

In mezzo, a corredo di un discorso perfino moderatamente tecnico, foto e spezzoni di cinema e tv, tra sketch e apparizioni.

Fra i molti pregi di un’opera scorrevole, schematica e svincolata da “tabelle di marcia”, capace di evocare senza prolissità il rapporto che l’artista ha avuto con l’autorevole padre Mario, storico della settima arte (e non solo), un inevitabile difetto: il compendio non può, anzi non deve essere esaustivo.

Perché una poetica lunga 23 regie (al momento della realizzazione, precedente a Sotto una buona stella), per tacere dei ruoli recitati per altri, non è sintetizzabile in poco più di un’ora.

Emoziona l’apparizione di Troisi.

Max Marmotta