
El Alamein – La linea del fuoco
- Enzo Monteleone
- Antonio Petrocelli, Emilio Solfrizzi, Giuseppe Cederna, Lorenzo Balducci, Luciano Scarpa, Paolo Briguglia, Pierfrancesco Favino, Roberto Citran, Sergio Albelli, Silvio Orlando, Thomas Trabacchi
- Azione, Drammatico
- Italia
- 8 November 2002
Trama
Egitto, ottobre 1942. Il soldato semplice Serra è appena stato assegnato alla divisione Pavia, un manipolo di giovani accampati in un punto sperduto del deserto.
Rifornimenti e munizioni arrivano troppo raramente, al contrario delle bombe degli inglesi. Il ragazzo, facente parte dei Volontari Universitari, conosce presto alcuni dei suoi compagni di sventura: Spagna, il caporale De Vita, il sergente Rizzo, il tenente Fiore.
Tutti progressivamente stremati dalla fame e dalla dissenteria e marcati dalla delusione e dall’abbandono dei superiori, ricevono il dissennato ordine di fronteggiare il nemico nella cruenta battaglia di El Alamein (cominciata il giorno 23), in cui periscono migliaia di militi.
Chi si salva non è più fortunato.
Recensione
Se non fosse per i nudi e le scene di sangue, si potrebbe concludere che il nuovo lavoro da regista di Monteleone (decisamente diverso da La vera vita di Antonio H. e Ormai è fatta!) assomiglia a un buon tv movie, merce peraltro assai rara. Tuttavia, a ben guardare, la storia vera di questi soldati –che al di là dei frequenti attacchi subiti ha dei beffardi punti in comune con “Il deserto dei Tartari” di Buzzati– non vuole esaltare il loro eroismo, né il loro mestiere di combattere, quanto piuttosto sottolineare la superficialità con cui vennero trattati dai loro comandi, capaci solo di accarezzare la vittoria ma non di organizzare una strategia valida.
In quest’ottica, la sequenza del cavallo di Mussolini, insieme a quella del bagno liberatorio, è la migliore; anche i dialoghi riguardanti i tre miracoli che toccano a ognuno o l’aspetto che il soldato ha il giorno prima di morire sono riusciti, così come è indicata la scelta di non appesantire dialettalmente i personaggi (per quanto l’accento nordico del bravo Favino sia un po’ farfugliato).
Semmai, il film soffre un po’ nella fase centrale, quando tra l’altro avviene lo scontro con le truppe avversarie.
Comunque, a distanza di anni, viene ribadito lo slogan di Platoon: la prima vittima della guerra è l’innocenza.
Ancora una bella partitura per Aldo De Scalzi e Pivio, che, alla stregua di Petrocelli e dell’incredibile (e quasi irriconoscibile) Solfrizzi, avevano lavorato con Monteleone nella sua precedente pellicola.