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Trama

Tra gli studenti Richard Haywood, ricco e arrogante, e Justin Pendleton, sensibile e intelligente, sembra non correre buon sangue.

In realtà i due, affascinati dal crimine e dalle sue implicazioni nella società (argomento che hanno esaminato a fondo), covano insieme il progetto di un omicidio casuale, senza movente e perciò inspiegabile.

Con quest’idea di aperta sfida alla polizia, assassinano la sconosciuta Olivia Lake, facendo ricadere la colpa sul bidello semplicione Ray, tra l’altro spacciatore di hashish.

Del caso si occupa l’energica detective Cassie Mayweather, ferita da un passato inconfessabile, che da subito intuisce chi sono i veri colpevoli.

Nella sua indagine, che è decisa a portare a termine nonostante i crucci e i divieti del suo capo Rod, è affiancata dal neo-arrivato (proviene dall’antidroga) Sam Kennedy, sveglio ma poco disposto a farsi prevaricare dalla collega.

Intanto, tra Justin e Richard si sviluppano le incompatibilità, pure a causa delle grazie della loro compagna Lisa… .

Recensione

Dopo la parentesi de La vergine dei sicari, Barbet Schroeder torna al prediletto thriller (Inserzione pericolosa, Il bacio della morte, Soluzione estrema), come sempre con pregi e difetti.

In questo frangente, prodotto dalla volitiva diva Bullock, sono fortunatamente i primi a prevalere, poiché l’omaggio ai climi hitchcockiani perlopiù funziona, e gli indizi per ricostruire la verità sono disseminati con cognizione dallo sceneggiatore, che pare si sia basato su un fatto di cronaca avvenuto negli anni ’20.

Si può eccepire su alcune convenzionalità tipiche dei film di genere, valga per tutte il rapporto conflittuale tra Cassie e i colleghi; niente di grave, comunque.

Quel che conta è che l’insieme offra due ore di onesto intrattenimento. Interessanti le recitazioni dei due giovani criminali: però Ryan Gosling non eguaglia (e come potrebbe?) la prova di The Believer, perciò è Michael Pitt (era Tommy Gnosis in Hedwig – La diva con qualcosa in più) ad uscirne meglio.

Meritevole di segnalazione il flashforward con piano sequenza in apertura.

Max Marmotta