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Trama

L’orfanello Harry Potter, in affidamento agli zii, è dotato di poteri straordinari che convincono la prestigiosa scuola di Hogwarts ad invitarlo a seguire i suoi corsi di magia.

L’istituzione, gestita dall’anziano professore Albus Silente, vanta i migliori insegnanti nel campo: dalla materna Minerva McGonagall al cupo Severus Piton, dal goffo Slatero Raptor all’inflessibile Xiomara Hooch, mentre la sicurezza è affidata al gigante Rubeus Hagrid.

Harry, tra una lezione e l’altra, con l’aiuto degli amici Ron Weasley e Hermione Granger, scopre il segreto celato nelle stanze inaccessibili della scuola, che, a quanto pare, è in relazione con il leggendario mago malvagio Voldemort, responsabile della morte dei coniugi Potter.

Recensione

Vittima di una martellante e ruffiana campagna pubblicitaria, da parte di stampa e televisione, Harry Potter e la Pietra Filosofale genera grandi aspettative che, guarda caso, vengono deluse.

L’opera sembra infatti animata principalmente da una professionale e bieca operazione commerciale, interamente gestita dalla scrittrice J. K. Rowling, che ha avuto l’ultima parola su tutto. Anche se sono innegabili il pregio e la creatività delle scenografie di Stuart Craig e dei costumi di Judianna Makovsky, si denuncia la totale assenza di una trama, che riduce il film a una sorta di surrogato ben poco emozionante (tranne che per gli affetti dalla Pottermania) del libro, finalizzato ad aumentarne le vendite.

I tre bravi e giovani protagonisti, affiancati da alcuni dei mostri sacri del cinema inglese (John Hurt/Mr.

Ollivander, il più divertente, Alan Rickman/Pithon, impeccabile come sempre), rispecchiano in pieno tale dilatata trasposizione, apparendo semplicemente belli e simpatici ma senz’anima.

Sax Marmotta