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Trama

Cina, più di duemila anni fa. Sette stati guerrieri si combattono senza sosta. Il re del territorio di Qin, forte di un numeroso esercito dove spiccano temibili arcieri, è il più determinato tra i capi a unificare tutti i popoli cinesi per diventarne il primo imperatore.

Scampato a diversi attentati, promette oro, terre e un’udienza a chi eliminerà gli assassini per lui più pericolosi: Spada Spezzata, Neve che Vola e Cielo.

Un giorno arriva al palazzo un combattente senza nome recando le armi leggendarie di tutti e tre. Su richiesta del sovrano, racconta come sia riuscito a sconfiggerli, ma il re ha una spiegazione diversa sul perché l’uomo si trovi al suo cospetto.

Recensione

Elegantissimo film d’azione, interpretato dalla stella Jet Li (Senza Nome) e recante l’inedita firma del maggiore autore cinese contemporaneo, Yimou Zhang, già regista di Lanterne rosse, del kolossal Vivere! e de La locanda della felicità.

Come ne La tigre e il dragone, si fa ancora una volta riferimento al genere avventuroso orientale per eccellenza: il wuxiapian.

Ma i combattimenti volanti, tipici di tali pellicole, oltre ad inserirsi perfettamente nel fantasioso contesto tramite un utilizzo discreto di effetti visivi, acquistano spessore grazie a una storia che può vantare un profondo sottotesto e illustri riferimenti.

Come nel Rashomon di Kurosawa, infatti, ciascun personaggio racconta la sua verità senza dimenticarsi, al contempo, di ostentare una lezione di dignità che scava più a fondo nella personalità.

Basti pensare al vecchio maestro che continua ad esercitare la sua calligrafia sotto una pioggia di frecce, al concitato dialogo sulla vendetta personale contrapposta a un fine superiore o all’epilogo, il quale ricorda che il potere –per essere considerato tale– è innanzitutto sottoposto alla legge.

Sax Marmotta