
Hulk
- Ang Lee
- Eric Bana, Jennifer Connelly, Josh Lucas, Sam Elliott
- Amazon Prime, Azione, Da Riscoprire, Fantascienza, Netflix
- Stati Uniti
- 19 June 2003
Trama
Anni Sessanta. David Banner, scienziato impiegato in una base militare, scopre come rigenerare stabilmente cellule e tessuti.
Impossibilitato a cominciare la sperimentazione sull’uomo, testa il rivoluzionario metodo su se stesso, trasmettendo la mutazione genetica anche al nascituro figlio Bruce.
Pochi anni dopo il piccolo resta orfano in seguito a un incidente nucleare presso la base e viene dato in adozione.
Diventato adulto, segue le orme del padre (del quale non ricorda nulla) lavorando a un progetto simile con l’aiuto dell’ex-fidanzata Betty Ross.
I suoi progressi catturano l’attenzione del genitore della ragazza, il generale Ross, e della multinazionale Atheon.
Vittima, per un errore, di un bombardamento di raggi gamma in laboratorio, Bruce rimane incredibilmente illeso e il perché glielo spiega un trasandato e inquietante vecchio, accompagnato sempre da tre cani.
Recensione
Dopo un week-end da record al box office americano (circa sessantatré milioni di dollari) e critiche contrastanti, giunge anche in Italia il famosissimo eroe verde della Marvel, il primo a essere completamente realizzato in digitale.
Affascinato dalle potenzialità drammatiche del personaggio, l’elegante Ang Lee gli dedica la sua opera più atipica e discontinua.
Caratterizzato da una vistosa asimmetria, il film impiega infatti tutta la prima metà nel delineare il traumatico passato di Bruce (Eric Bana), creando un background più complesso rispetto al fumetto, per poi piombare nel banale popcorn-movie.
Hulk non è più quindi l’incarnazione della collera repressa dell’essere umano o la rilettura del dualismo Dr.Jekyll-Mr.Hyde e della solitudine di Frankenstein, ma semplicemente un energumeno di cinque metri con un viso da bambinone, capace di trovare requie solo nell’abbraccio dell’amata Betty (Jennifer Connelly).
E se da una parte il regista orientale sceglie uno stile narrativo pop e ossessivo, abusando di split-screen e picture-in-picture per dividere lo schermo in vignette, dall’altra continua a dare il meglio di sé nella descrizione dei rapporti familiari, chiamando in causa persino il complesso d’Edipo.
Difatti David Banner (Nick Nolte) è l’unica figura autenticamente elaborata, anche grazie a certi ideali dettati dalla pericolosa climax rabbia-forza-potere: Hulk è la sola soluzione alle insopportabili ingiustizie del mondo.
Il finale, oltre a promettere un seguito, chiarisce con trasparenza il concetto.