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Trama

Sidda Walker, giovane commediografa originaria della Louisiana in via di affermazione nella Grande Mela, rompe definitivamente con la sua litigiosa madre, Vivi, a causa di un’intervista concessa ad un’importante rivista, nella quale definisce assai difficile la sua infanzia.

A riparare la frattura intervengono le mature amiche del cuore della genitrice: Caro, Teensy e Necie, ovvero le Ya-Ya Sisters (il nome del gruppo risale ad un indissolubile patto infantile), praticamente rapiscono la scrittrice e la mettono di fronte ad un album di ricordi.

Esso custodisce le vicissitudini di Vivi e, indirettamente, del suo paziente marito Shep, perlopiù sconosciute alla figlia, peraltro in procinto di sposarsi con Connor.

L’insolita situazione rischia di compromettere pure questa futura unione.

Recensione

Il soggetto, di derivazione squisitamente letteraria (all’adattamento ha messo mano anche Mark Andrus), non è poi così male, non foss’altro per il continuo oscillare tra presente e passato (suddiviso in infanzia e gioventù di Vivi) o per il tono spesso scanzonato.

Quel che guasta gli equilibri, faticosamente tenuti insieme dal mestiere delle attrici (e la Burstyn è come sempre eccezionale), è l’eccessiva precisione dei dialoghi (pieni di riferimenti a Via col vento), dove ognuno, persino bambine o anziane signore dalla memoria comune e incrollabile, ha sempre la battuta pronta.

Se ciò non bastasse ad intaccare irreparabilmente le pretese realistiche, fondamentali per i risvolti drammatici, interviene la delusione (ma questo è probabilmente un difetto dei libri originali) susseguente alla rivelazione dei tanto decantati segreti: niente che non si potesse arguire a metà film o addirittura prima.

Insomma, da una valida sceneggiatrice come la Khouri (Thelma & Louise, Qualcosa di cui… sparlare) era legittimo aspettarsi un esordio dietro la macchina da presa –prodotto, fra gli altri, da Bette Midler– più rimarchevole.

Non necessariamente sublime o divino.

Max Marmotta