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Recensione

Sulla carta un’operazione ardita, quella della Disney: ritrasporre a quasi 50 anni dal mitico adattamento animato il noto romanzo di Kipling, praticamente con un solo attore in campo (perfetto il piccolo esordiente Sethi/Mowgli, provvisto di coerenti sbucciature e d’ingegno) circondato da realistici animali in computer graphics (così credibili da impressionare i più piccini nella versione stereoscopica).

Se ne è fatto coraggiosamente carico Jon Favreau (regista dei primi due Iron Man) e il risultato è sorprendente.

Attenendoci strettamente al film precedente (ha senso, poiché la casa di produzione è la stessa e le figure nell’immaginario collettivo provengono da lì), il percorso di formazione si è inasprito, il protettivo orso Baloo da principio è un opportunista, il sinuoso pitone ipnotizzatore Kaa da cui lo salva (mentre nel cartoon interveniva la pantera Bagheera) è una femmina (doppiata da Scarlett Johansson in originale e da Giovanna Mezzogiorno in italiano) e ha perso ogni valenza comica, facendo peraltro una singola apparizione, gli elefanti e gli avvoltoi sono ridotti al rango di comparse mute; alla famiglia dei lupi, invece, è concesso più spazio (l’autorevole Akela ha la voce americana di Giancarlo Esposito, da noi quella di Luca Biagini).

Ma nell’ottica di uno svecchiamento non si riscontra nulla di grave. Appare solo un po’ strana la non sgradevole scelta di mantenere tre delle gloriose canzoni dell’epoca.

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Max Marmotta