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Trama

Palermo 1947. I fratelli Carmelo e Salvatore La Marca, artigiani fabbricanti di statue sacre, grazie all’interessamento del cardinale Sucato e dell’onorevole Porcaro, riescono a concretizzare il sogno di diventare produttori di film.

Nasce così la Trinacria Cinematografica, col fine ultimo di creare una piccola Hollywood siciliana che costituisca un’alternativa a Cinecittà.

Nel giro di pochi anni realizzano i disastrosi La vita di Santa Rosalia, ’O figlio ingrato, La vita è ballo e La moglie del marziano.

Inguaiati con il porporato, i La Marca accettano allora il finanziamento del barone Cammarata, il quale ha in mente un kolossal sull’alchimista settecentesco Cagliostro.

Come regista viene convocato il maestro locale Pino Grisanti e come interprete principale Erroll Douglas, stella americana sul viale del tramonto e dedita all’alcol.

Recensione

Un film italiano rarissimo, creativo, sarcastico, piacevole e maligno, partorito dal genio dei due autori Ciprì e Maresco.

Principalmente animati dall’intento di realizzare una pellicola sull’imbecillità umana, i registi non rinnegano affatto le loro origini artistiche e, immersi nel loro usuale bianco e nero (con, per la prima volta, pochi momenti a colori), optano per un’alternanza di stili, tecniche e citazioni più immediata che in passato.

Ne scaturisce una prova che alla prima divertente e dinamica parte ne fa seguire una seconda dove il ritmo cala volutamente.

In questo modo, l’approdo alle loro tipiche atmosfere si rivela meno traumatico per i più, nonché presupposto a una contestualizzazione storica che rammenta alla Sicilia (c’è ne è sempre bisogno) la sua realtà basata sul connubio tra mafia e istituzioni, dove i sogni separatisti posso essere coltivati anche tramite una piccola e scalcinata casa di produzione.

Impossibile individuare tutti i sottotesti, anche se il più evidente è quello relativo alla celluloide che riflette e ironizza su se stessa e sui propri cliché.

Interpreti e intellettuali (il critico Napoli e lo storico Sanguineti) reggono perfettamente il gioco ritagliandosi gustosi siparietti, soprattutto il duo Burruano-Scaldati (i fratelli La Marca), il simpatico Englund (Douglas) e l’incredibile non professionista Pietro Giordano, quest’ultimo nei ruoli di Sucato e Grisanti.

Il cinema di Palermo è ancora, per fortuna, cinico.

Sax Marmotta