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Trama

Elliot Richards vorrebbe essere più felice. Timido, impacciato, ma anche invadente, lavora presso il call center di un’azienda di computer, dove gli stessi colleghi non riescono a sopportarlo.

Non trovando neanche il coraggio per dichiararsi a Allison, suo segreto amore da oltre quattro anni, si affida all’aiuto di una bellissima donna che si spaccia per Lucifero in persona.

Elliot le vende l’anima in cambio di sette desideri, certo di potere così conquistare l’amata.

Recensione

Ribadendo che il principe delle tenebre è in realtà una principessa, l’ex-Ghostbuster Harold Ramis realizza un remake de Il mio amico il diavolo (diretto nel 1967 da Stanley Donen, con Dudley Moore, Peter Cook e Raquel Welch) che ha il pregio di recuperare il gusto per la satira sociale d’altri tempi, arricchita da sporadici tocchi di demenzialità.

Tutte queste tracce si perdono purtroppo nella seconda parte (dal quinto desiderio in poi), dove all’eccessivo buonismo tipico dell’autore si aggiunge un (im)prevedibile calo creativo.

Brillante tuttavia l’interpretazione di Brendan Fraser (Elliot), comico e trasformista dotato di grande versatilità.

La Hurley (il Diavolo), già discreta attrice e intuitiva produttrice, coglie in pieno lo spirito sentimental-frivolo del film regalandoci una prova senza infamia, senza lode e con un vertiginoso numero di cambi d’abito (alcuni in stile Fregoli).

Sax Marmotta