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Recensione

Con lo stanco “cinepanettone” tradizionale e il “cinecacciucco” pieraccioniano che si presenta con cadenza biennale, ecco un “cinepandoro” che si propone come alternativa fuori dal seminato (non è la prima volta e non sarà l’ultima).

Se ne è incaricato Fausto Brizzi (al primo prodotto natalizio di un’ancor breve carriera baciata da più di un successo), sceneggiando insieme al fido Marco Martani e a Fabio Bonifacci, spesso coinvolto in commedie più riuscite della media.

Il risultato, considerando pure le tiepide performance degli ultimi due lavori del regista, non partiva sotto i migliori auspici: solita riunione di una famiglia disfunzionale italiota per le feste di fine anno, durante le quali finti spiriti conciliatori finiscono malamente seppelliti da vecchie ruggini.

Eppure, i personaggi risultano piuttosto curati, autonomi e caratterizzati come commedia comanda. Madre provata da recente vedovanza (Isa Barzizza) asseconda malvolentieri l’usanza del cenone con i figli (Gerini e Abatantuono, più Buccirosso, riconosciuto tardivamente dal padre dopo una scappatella), i quali si presentano rispettivamente con neo-fidanzato che ha difficoltà d’inserimento (Bisio), rispettive consorti (Finocchiaro e Porcaro, l’unica a rimanere in disparte) e nipotini vari.

La più grande fra questi (Capotondi) introduce a sua volta il suo ultimo boyfriend (Bova), menomato da un terribile incidente.

A proposito: nel film c’è un volo automobilistico esagerato, ma per il resto la storia funziona a dovere, partecipazioni di Proietti e Ghini comprese.

Max Marmotta