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Recensione

Se volete vederlo per Johnny Depp, lasciate perdere: l’abile attore compare nella pelliccia del temibile Lupo Cattivo per soli cinque minuti.

Se invece amate le fiabe, il loro lato non troppo reconditamente lugubre, la loro perpetua capacità di impartire una morale che non deve essere per forza scontata, allora la più recente fatica di Rob Marshall (ormai un esperto di film cantati) fa per voi.

Tratto dal popolare musical di Lapine & Sondheim, il film estrapola alcuni personaggi delle favole più amate – una poco canonica Cenerentola (Kendrick), un testardo Jack (Huttlestone) che sta per imbattersi nei prodigiosi fagioli magici, una disubbidiente Cappuccetto Rosso (Crawford) e una placida Raperonzolo (Mauzy) – e ne frulla le note vicende, sia per dar luogo a una creativa interazione, sia per provare a mettere in risalto le loro umane debolezze (e in questo senso spicca il Principe Azzurro fedifrago di Pine).

Però al centro della storia c’è un’umile coppia di fornai (Corden e Blunt), desiderosa di prole e perciò disposta a scendere a patti con una dispettosa e piccata strega (l’usualmente insuperabile Streep) non priva di spirito d’osservazione, alla quale necessitano per rompere un incantesimo oggetti e animali appartenenti ai sopracitati caratteri.

I panificatori s’impegnano a procurarglieli, aggrovigliando gli eventi. Melodie tutt’altro che invadenti, ottime per veicolare gli avvenimenti (magistrale la scena in cui i protagonisti si rinfacciano i rispettivi egoismi); ironie che frenano oculatamente le impennate drammatiche.

Max Marmotta