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Trama

Massoud Amir Behrani, ex-colonnello dell’esercito dello scià, costretto ad abbandonare l’Iran in seguito all’avvento della repubblica islamica degli ayatollah, ripara negli Stati Uniti con la moglie Nadi e i figli Soraya e Esmail.

Un tempo ricco e potente, l’uomo mantiene, anche con lavori umili, un tenore di vita al di sopra delle sue possibilità.

Spesi quasi tutti i risparmi per il matrimonio della figlia, intravede una soluzione ideale: acquistare per una cifra irrisoria un cottage sul mare, messo all’asta dalla contea, e rivenderlo a quattro volte tanto.

Ma la casa è stata confiscata per errore alla legittima proprietaria Kathy Lazzaro, la quale ricorre con poco successo alle vie legali.

La donna, ex-alcolista abbandonata dal marito e dalla famiglia, trova allora un valido aiuto nel vicesceriffo Lester Burdon.

Recensione

Vibrante dramma ed elegante trasposizione di un corposo best-seller. Una produzione della Dreamworks di Spielberg che ci rivela il promettente Perelman, pubblicitario originario di Kiev al suo esordio nel cinema.

Sostenuto dalle splendide luci di Deakins e dalle accattivanti note di Horner, il nuovo cineasta scava poco a poco nei caratteri e nelle ferite dei protagonisti (i bravissimi Jennifer Connelly/Kathy e Ben Kingsley/Behrani), riuscendo ad innalzare gradualmente il livello del loro confronto/scontro: il semplice possesso del bene materiale diventa quindi ossessiva tutela, erroneamente interpretata dagli antagonisti come l’unico mezzo per mantenere saldi o idealmente vicini gli affetti più cari.

Ma, sebbene il regista regga esclusivamente una lettura soggettiva della vicenda, lasciando affiorare la differenza tra Oriente e Occidente solo quando è in scena il sottilmente xenofobo Burdon (Ron Eldard), l’epilogo ha più che altro i connotati di una captatio benevolentiæ per l’Academy.

Sax Marmotta