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Trama

L’umile fabbro Will Turner, scampato ad un naufragio e ripescato con un prezioso medaglione al collo quand’era bambino, scalpita per lanciarsi all’inseguimento della Black Pearl, nave di una pericolosa orda di pirati ai comandi del capitano Barbossa, rei di avere rapito la figlia del governatore Swann, Elizabeth, della quale il giovane è perdutamente innamorato nonostante la distanza di ranghi.

Tuttavia, per tale avventata impresa il coraggioso ragazzo, tra l’altro abile spadaccino, ha bisogno di aiuto: inaspettatamente lo trova in Jack Sparrow, filibustiere senza ciurma (ma se la procurerà, con l’aiuto del robusto Gibbs) che con Barbossa ha dei conti in sospeso e che sa come arrivare a Isla de Muerta, rifugio dei furfanti del mare.

A inseguire la strana coppia, appropriatasi di una veloce imbarcazione, l’Interceptor, è il commodoro Norrington, tenace promesso sposo di Elizabeth.

Quel che Turner e Sparrow (che conobbe Sputafuoco, il padre del compagno di ventura) non sanno è che i sequestratori sono succubi di una terribile maledizione, e solo la luce della luna piena mostra le loro reali e spettrali fattezze.

Recensione

Che succede se un colosso quale è la Disney, intenzionata a trasporre su celluloide una delle principali attrazioni dei suoi parchi divertimenti (denominata “I Pirati dei Caraibi”, appunto) unisce le sue forze a quelle non indifferenti del navigato produttore di blockbuster Jerry Bruckheimer (peraltro appassionato degli ormai tramontati film sui corsari), e se insieme i due si rivolgono agli scoppiettanti sceneggiatori di Shrek? Il risultato è ora davanti agli occhi di tutti: La maledizione della prima luna è un’opera prettamente per ragazzi, magari non memorabile, che, malgrado una prima mezz’ora (circa) sottotono, risulta abbastanza piacevole.

Duelli acrobatici e azioni spettacolari (venati di un pizzico di orrido che non guasta) puntellano con magniloquenza una trama alquanto appetibile (benché ci sia qualche imperfezione), resa ancora più gustosa dagli effetti speciali della ILM.

Le battute a volte sono annunciate, ma proposte a ritmo incalzante e senza mai perdere di vista il tono ludico della pellicola, enfatizzato anche dai vivaci spartiti di Klaus Badelt.

Verbinski, reduce da The Ring, dirige divertito un gesticolante Depp, che sembra nato per il ruolo di Sparrow, e aggiunge una simpatica sequenza dopo i titoli di coda.

Max Marmotta