
La vita che vorrei
- Giuseppe Piccioni
- Fabio Camilli, Galatea Ranzi, Luigi Lo Cascio, Sandra Ceccarelli
- Drammatico, Sentimentale
- Germania, Italia
- 1 October 2004
Recensione
Il cinema, si sa, è una riproduzione della realtà che troppo spesso ama rimirarsi, vanitosamente , allo specchio.
Il genere “film nel film” non vanta recentemente precedenti di grande rilievo; perciò, l’ultimo lavoro di Giuseppe Piccioni, che ha voluto di nuovo con sé i protagonisti del suo penultimo lungometraggio Luce dei miei occhi Luigi Lo Cascio (sempre bravo e misurato, pure quando deve fare l’antipatico) e Sandra Ceccarelli (particolarmente intensa), affiancati da un cast di notevolissimi caratteristi, assume una certa importanza, anche perché la macchina produttiva che si muove sullo sfondo è piuttosto sontuosa.
L’attrice in via di affermazione Laura, sospinta dall’amico/spasimante/agente Raffaele, e il già famoso Stefano, poco incline a legami sentimentali seri, si ritrovano a recitare insieme per il laconico regista Luca in un adattamento de “La signora delle camelie”.
I due, come si scopre presto, non hanno molte analogie: tanto istintiva l’una quanto metodico l’altro; eppure tra una prova prima di girare, un sorriso e una gentilezza avviano un rapporto dall’andazzo tumultuoso, fatto di rinfacciamenti, pause, riconciliazioni, gelosie.
Una storia d’amore dal finale aperto che va di pari passo con la lavorazione della pellicola (realizzata, per esigenze narrative, con le scene poste perlopiù in ordine cronologico), nonché, naturalmente, con la trama di quest’ultima.
Inoltre, non è impossibile riconoscere un’accennata radiografia dell’ambiente dello spettacolo (imparagonabile a quella de La terrazza) e riferimenti alle vere carriere degli attori.
Un gioco non nuovo, ma condotto con la necessaria raffinatezza da Piccioni, parecchio aiutato dal savoir-faire dei suoi interpreti, tuttavia tendente alla lungaggine: la durata complessiva poteva probabilmente essere snellita, e perfino al finale, alquanto annunciato, avrebbe giovato una scorciatina.
Per fortuna, niente di davvero compromettente.