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Trama

L’infermiera Ana trova il marito con una grave ferita al collo, causata dal morso di una bambina. L’uomo muore e risorge nel giro di pochi secondi e tenta di uccidere la moglie. Salva per miracolo, la donna si imbatte prima nell’agente di polizia Kenneth e poi in Michael, Andre e Luda, prossima al parto.

Impossibilitato a raggiungere l’avamposto di Fort Preston, il gruppo si rifugia in un centro commerciale, dove presto li raggiungono centinaia di zombi, che ripetono meccanicamente le azioni che compievano in vita.

La struttura è però controllata dalle guardie di sicurezza, capeggiate dall’autoritario CJ, il quale si oppone all’ingresso di estranei.

Nel frattempo il fenomeno dilaga in tutto il Paese e un predicatore ammonisce dalla tv: “Quando non ci sarà più posto all’Inferno, i morti cammineranno sulla Terra”.

Recensione

Remake del secondo capitolo della trilogia di George A. Romero (composta da La notte dei morti viventi, Zombi e Il giorno degli zombi), diretto da un esordiente, la pellicola ha rischiato il sequestro tanto in Italia quanto in Germania, Francia, Giappone e Spagna.

I nuovi finanziatori non avrebbero difatti versato i diritti alla Alan Young Pictures, titolare dell’originale del 1978.

In effetti si tratta di un rifacimento alquanto fedele, che si affida all’ormai classica situazione claustrofobica, ma che sfrutta con qualche faciloneria le idee geniali di Romero: anche se permane lo humour nero con picchi truculenti, la critica alla società dei consumi è data fin troppo per scontata.

Ad ogni modo, nonostante qualche buco nella sceneggiatura (il repentino cambiamento di CJ/Michael Kelly) e alcune innovazioni “rubate” ai prodotti più recenti (zombi velocisti, come gli infetti di 28 giorni dopo), l’opera vanta un notevole montaggio serrato, che amplifica la tensione, un epilogo durante i titoli di coda, che cita divertito Blair Witch Project, e un affiatato gruppo di interpreti, tutti solidi caratteristi seminoti, tra i quali Ving Rhames (Kenneth) e Sarah Polley (Ana, protagonista de La mia vita senza me).

Sax Marmotta