
Le cronache di Narnia – Il principe Caspian
- Andrew Adamson
- Ben Barnes, Georgie Henley, Skandar Keynes, William Moseley
- Amazon Prime, Avventura, Famiglia, Fantasy
- Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia, Stati Uniti
- 15 May 2008
Recensione
Di tutte le saghe fantasy “in corso”, da Harry Potter (sintomaticamente, l’unica con un futuro sicuro) a Eragon a La bussola d’oro, questa de Le cronache di Narnia, opera in ben 7 libri compilata negli anni ’50 dallo scrittore C.S. Lewis, pur godendo già di incondizionata popolarità, si conferma quella dal contenuto potenzialmente e sotterraneamente più discutibile.
Infatti, dietro le gesta – anche cinematograficamente godibili, grazie alla regia magniloquente dell’Andrew Adamson responsabile di Shrek – dei quattro giovani fratellini Pevensie, che dopo la precedente avventura (Il leone, la strega e l’armadio), ripiombano magicamente a distanza di un anno nell’incantata Narnia (dove però il tempo è passato molto più in fretta e l’atmosfera è stata incupita dalle prepotenze del crudele usurpatore Miraz, che difatti perseguita il nipote Caspian, legittimo erede al trono) per ristabilirvi l’ordine, si agita il concetto poco condivisibile, ma ancora al centro dell’attenzione e dell’azione, della guerra, per giunta, in un certo senso, “preventiva”, con le sue strategie, i suoi sacrifici, le sue scelte opinabili (in linea, al di là dell’origine letteraria, con la politica americana di oggi?); e tutto ciò risulta più inquietante considerando che si tratta di produzioni Disney, indirizzate in prevalenza a un pubblico di ragazzi, prive comunque della saccente innocenza potteriana o del respiro epico e già più adulto de Il signore degli anelli.
Perfino Aslan, il maestoso leone che riappare alla fine, conserva quelle caratteristiche messianiche che avevano suscitato qualche dibattito, per la verità meno appassionante, all’epoca del primo film, tuttavia, sottolineiamo, sussiste un problema di contesto.
E, fatto salvo lo spettacolo (nonché la bravura dei “malvagi” Castellitto e Favino), quasi nessuno sembra accorgersene.