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Trama

Vincenzo Scocozza, squattrinato scultore di Procida, è volato da tempo negli Stati Uniti in cerca di fortuna.

Poiché non ha sue notizie, neppure scritte, da parecchio (l’uomo ritornava periodicamente),la moglie Maria, fabbricante di sandali insistentemente insidiata dall’inopportuno don Peppino (che le occulta pure le lettere del coniuge), decide di utilizzare il poco denaro a sua disposizione per partire alla volta di New York, in compagnia dei figli Ciro e Lucetta.

Conosciuto il comprensivo cameriere Raul, scopre ben presto che l’indirizzo di Vincenzo è sbagliato e che quest’ultimo, costantemente in bolletta, si è risposato con Charlene Taylor, già madre della piccola Bibi e adesso incinta del nuovo consorte.

Lo scontro tra le due signore Scocozza è inevitabile, ma la famiglia “allargata” si avvia a trovare un suo equilibrio.

Dato che la rivale è prossima al parto, Maria finisce con il sostituirla in una delle televendite organizzate dal truffaldino Paul Parmesan.

Recensione

L’attrice e scrittrice Ilaria Borrelli esordisce dietro la macchina da presa con questa insulsa farsa rimasta senza distribuzione per due anni, soffocata dagli stereotipi (vedi Procida e poi muori) e, come vuole tradizione, incurante delle differenze linguistiche fra i personaggi, coinvolgendo in precipitosa caduta una Brooke Shields sopra le righe e un Chevy Chase al quale probabilmente nessuno fa più proposte decenti (i due riesumati attori sono doppiati rispettivamente da Emanuela Rossi e Massimo Lodolo).

A parte una Grande Mela insolitamente sporca e inospitale, la pellicola non ha molto da offrirci: sceneggiatura tirata via (Maria come sa che Vincenzo è vivo?), dolly mal utilizzati, canzone routinière di Gigi D’Alessio (“La forza delle donne”) sui titoli di coda, fotografia (di Paolo Ferrari) e scenografia (di Betsy McDonald e Marta Zani) che vorrebbero essere kitsch e sono solo frugali.

La Cucinotta, che ritorna sui luoghi de Il postino, si impegna di più, ma gli esiti dell’opera sono disastrosi almeno quanto un’altra sua fortunatamente dimenticata trasferta all’estero, Los Angeles-Cannes solo andata.

Quanto al simpatico Favino, c’è solo da domandarsi: perché? E gli interrogativi non si fermano qui: in una commedia in cui la sola scena appena divertente è la televendita del coltello elettrico, l’unico contenuto da comunicare è che per stare con uomo bisogna affittarlo (secondo un’iniziativa newyorkese che mette a disposizione ragazzi delle pulizie/baby-sitter)? E c’era bisogno di farci un film? .

Max Marmotta