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Trama

Yvan, cronista sportivo che non disdegna la compagnia della sorella incinta Nathalie, fissata con l’ebraismo, e del cognato Vincent, non si è mai creato troppi problemi per il mestiere d’attrice della moglie Charlotte, spesso in giro per i set.

Un giorno le pesanti osservazioni di un conoscente fanno emergere tutta la sua gelosia latente. Ciò lo porta a recarsi più di una volta da Parigi a Londra, dove la consorte è impegnata per le riprese del suo nuovo film.

In particolare, Yvan è preoccupato dal partner di Charlotte, il maturo divo rubacuori John. I sospetti alla lunga influenzano pure la serenità della donna e il suo rapporto con il regista David.

Intanto, Yvan, per comprendere meglio quell’ambiente sfuggente, si risolve ad iscriversi ad un corso di recitazione, dove conosce la giovane Géraldine.

Recensione

Il film, sicuramente venato di autobiografismo (non foss’altro che i protagonisti, realmente sposati nella vita, conservano i loro veri nomi), ruota attorno ad un’unica idea, magari divertente ma comunque isolata.

Attal, già con la Gainsbourg in Love, etc., con le sue attese reazioni, riesce a far ridere e sa come prendere di mira l’ultra-rappresentato ambiente del cinema; teorizza, inoltre (ma soltanto blandamente), che la famiglia può rivelarsi un’ancora di salvezza contro le nevrosi e le fissazioni.

Insomma, il sugo è poco, ma l’operazione, nell’ottica del disimpegno, è coerente e centra il suo bersaglio d’intrattenimento.

Pur restando a margine, Terence Stamp non rinuncia alla sua classe interpretativa. Possiamo ascoltarlo in originale (con sottotitoli); peccato che gli zelanti e intimoriti adattatori della pellicola, per ridurre il numero delle scritte, abbiano deciso di doppiare due sequenze che dovevano restare in inglese: quella con il regista e quella con la truccatrice.

Max Marmotta