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Trama

Max e Harry, assistenti del genetista professor Jonas, hanno perfezionato un macchinario per la clonazione (bastano pochi secondi e una goccia di sangue o un pelo per ottenere la copia perfetta di un criceto), di cui lo scienziato e, indirettamente, l’altro apprendista, il ruffiano Felix, vorrebbero prendersi tutto il merito.

Poco prima di un importante congresso durante il quale verrà presentata la prodigiosa invenzione, Max crea per sbaglio la “replica” di Kate, una piacente giornalista di settore alle prime armi: è la conferma che l’apparecchio funziona, ma è anche l’occasione per lo sfigato studioso di programmare la “donna perfetta”, cioè una signorina che apprezzi sport e birra e non si sazi mai di sesso.

Così, con l’aiuto di Harry, il ragazzo la educa in tal senso. Però si ripresenta la vera Kate… .

Recensione

Questa è una di quelle commediacce che se ti fanno ridere, dopo ti fanno sentire in colpa. L’inizio sarebbe da sufficienza piena, poi ci si perde in un garbuglio –non sempre chiaro– di equivoci, con improbabilità (benché relative), evoluzioni e sottotesti risaputi a go-go, a meno che le mostruosità che si annidano all’interno della scienza e l’importanza da attribuire al processo di seduzione non costituiscano per qualcuno una novità.

Più che dalle parti di American Pie (in comune c’è qualche particolare disgustoso), ci troviamo da quelle, misconosciute, de Il mio amico scongelato o Bella, pazza e pericolosa.

Spiritosa e dotata Ali Landry (suo il doppio ruolo principale), ma nel suo piccolo non se la cava male neppure James Roday (Max); costantemente professionale Eugene Levy (Jonas).

Max Marmotta