
Riunione di condominio
- Rémi Waterhouse
- Grégori Derangère, Irène Jacob, Jean-Pierre Darroussin, Patrick Chesnais
- Commedia
- Francia
- 7 August 2002
Trama
I padroni di casa di uno stabile in rue des Oursins, a Parigi, si riuniscono annualmente nel pub di Gérard, gay con figlio che sogna di aprire un caffè filosofico.
L’incontro è coordinato dall’amministratore Lacroix, reduce da una depressione. All’assemblea partecipano Vincent, disposto a qualsiasi ipocrisia pur di vendere il suo appartamento, l’odontotecnico Julie, il metallurgico Patrick, il brontolone Maréchal, l’illuminato dottor Diallo, il neo-proprietario Marigot… All’ordine del giorno lavori, urgenti o meno, da apportare all’edificio (costruzione dell’ascensore in testa), la pericolosità dell’impianto a gas dell’anziana signora Chartreux e l’opportunità di contrastare un’organizzazione benefica, di cui fa parte il sensibile Josselin, che dona cappotti ai senzatetto della zona, secondo molte opinioni portatori di degrado.
Patrick, inviso ai più, prova a riabilitarsi organizzando una cena per radunare gli abitanti del palazzo, compreso lo zelante portiere portoghese Da Silva.
Recensione
Rinviato di alcune settimane dalla Mikado (doveva fare parte del pacchetto di film da lanciare nel corso dell’estate), questo Mille millièmes (il titolo originale allude all’unanimità nella messa ai voti condominiale) non colpisce subito dopo la visione.
Colpa di un inizio sommesso, affollato di personaggi opportunamente contornati ma non approfonditi (difficile ricordare le problematiche di ognuno, distinguere i proprietari dagli inquilini o individuare i nessi).
Successivamente, l’impressione migliora, poiché si inserisce più di una metafora (naturalmente, stiamo osservando una mini-comunità che rappresenta la società su più larga scala): ad esempio, i pregiudizi sulla puzza che emana l’androne, i commenti sparsi a corredo o le ribaltate premure dei barboni nel finale (in seguito ad un’esplosione anch’essa allegorica).
Una commedia stemperata nell’amarezza, magari imperfetta ma inscrivibile nella categoria tipicamente transalpina a cui appartiene, per citare un titolo, Aria di famiglia (con gli stessi Darroussin e Yordanoff).
Però la simpatica caratteristica narrativa del lungometraggio –gli avvenimenti, qualche volta incastrati e riproposti sotto nuovi punti di vista, circolano attorno all’asse principale, ovvero la riunione al pub– non è immediatamente riconoscibile, e rischia paradossalmente di diventare un limite.
Il regista Waterhouse è stato sceneggiatore, fra gli altri, di Ridicule.