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Trama

Sara Johnson, promessa infranta del balletto, si trasferisce a Chicago dopo la morte della madre. Il padre è un musicista disordinato che non ha molto tempo per lei, cosicché la ragazza, studente in una scuola frequentata da allievi prevalentemente di colore, deve affrontare da sola l’impatto con un nuovo ambiente.

Stringe presto amicizia con Chenille, ragazza madre, e con suo fratello Derek, generoso ma dal passato difficile.

Quest’ultimo la incita ad indossare di nuovo scarpette e tutù.

Recensione

Grande incasso negli Stati Uniti e in alcune nazioni europee, il film ha una trama risaputa ma non per questo deprecabile.

Infatti il regista Thomas Carter (già alle prese con il ballo in Swing Kids) dosa sapientemente sentimentalismi e spirito di rivalsa per almeno tre quarti del film, donandogli una certa dignità (merito da dividere equamente con la coppia di bravi protagonisti; la Stiles in particolare si cimenta con buoni risultati –quando non è sostituita da controfigura– sia nel classico che nell’hip-hop).

Purtroppo, l’ultimo tratto è caratterizzato da uno smodato ottimismo che rinnega il precedente equilibrio, facendo piombare Save the Last Dance in un’imbarazzante medietà.

Max Marmotta