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Trama

Musicista rock squattrinato, Dewey Finn deve trovare i soldi dell’affitto arretrato: vive nella casa dell’amico d’infanzia Ned Schneebly, a sua volta oppresso da una fidanzata autoritaria.

Scaricato dalla band della quale era stato fondatore, il chitarrista cerca di metterne su un’altra e vincere una gara di gruppi che potrebbe fruttare ventimila dollari.

Intercettata fortuitamente una telefonata destinata a Ned, che di mestiere fa il supplente, si spaccia per il compare e accetta un lavoro temporaneo presso una scuola elementare privata, diretta dall’austera Rosalie Mullins.

Scoperte le insospettabili doti musicali dei suoi alunni, Dewey dà inizio a un vero e proprio corso di rock dalla teoria alla pratica, contando di partecipare alla competizione supportato dai ragazzi.

Recensione

Regista di talento, Richard Linklater aveva già mostrato la sua stoffa, la sua mano leggera e pregevole e la sua allergia ai cliché con Prima dell’alba e La vita è un sogno.

E il divertente School of Rock, sebbene sia un film destinato a un pubblico più vasto e –perché no?– anche alle famiglie appassionate di musica di qualità, non delude le aspettative.

Merito di una direzione misuratissima che, curando attentamente i personaggi di complemento, lascia come padrone della scena il bravissimo istrione Jack Black (Dewey), il quale ostenta ancora una volta la sua versatilità e si candida a successore del compianto John Belushi: oltre ad essere un ottimo commediante, Black è un agile ballerino nonché appassionato chitarrista e cantante (firma tre brani con lo sceneggiatore Mike White e li esegue).

E l’impressione è amplificata dalla ricerca di una comicità verbale, dove nostalgia e goliardia vanno a braccetto senza dimenticarsi di sfottere il rock in stile Bon Jovi e di osannare invece quello tradizionale tramite i brani di Doors, Led Zeppelin, Deep Purple, Clash, Black Sabbath, Who, Iggy Pop & The Stooges e AC/DC.

Sax Marmotta