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Recensione

La gradevole e brava Elizabeth Banks spreca il suo talento da commediante affidandosi a Steven Brill, uno dei registi preferiti di Adam Sandler (Little Nicky – Un diavolo a Manhattan, Mr. Deeds) nonché responsabile di uno dei segmenti (quello con Richard Gere) dell’avvilente Comic Movie, qui anche autore della piatta sceneggiatura.

Non che la vicenda della anchorwoman di un piccolo canale tv in attesa della “grande chiamata” (l’assunzione in un’emittente di prestigio) fosse priva di potenzialità, tuttavia la tendenza a non sapere come chiudere le scene purtroppo diventa progressivamente evidente man mano che si va avanti.

Inoltre le fragili ramificazioni dello script, che vede la sfiduciata Meghan fasciata in un attillato abitino giallo in prestito e trascinata dalle amiche in una notte di bagordi che si conclude nel letto di uno sconosciuto e cortese barista (James Marsden, ma poteva essere chiunque), salvo poi accorgersi – tramite interrogazione a distanza della segreteria telefonica – di essere di nuovo in lizza per l’agognato posto di lavoro e attraversare la città fra mille ostacoli (venendo ripetitivamente scambiata per una prostituta), pur non scadendo in facili volgarità, rischiano, con la loro inconcludenza (culminante in un improbabile quanto raffazzonato finale), di compromettere perfino la credibilità della (in fin dei conti fin troppo fortunata) protagonista, l’unica apparentemente tratteggiata con un minimo di decisione in più.

E i sorrisi rimangono disperatamente isolati.

Max Marmotta