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Trama

La detective apolide María Delgado giunge a Siviglia durante la Settimana Santa. In mezzo all’atmosfera festosa delle parate cittadine vengono commessi alcuni efferati delitti. Soprattutto, María indaga sul duplice omicidio di una coppia di gemelli, i cui cadaveri, trafitti con delle banderillas, sono rinvenuti in casa dell’anziana Catalina Lucena nella stessa posizione di San Sebastiano in un famoso dipinto.

La poliziotta è affiancata da due scettici agenti locali, il navigato Torillo e il giovane spavaldo Quemada, poco propenso alla collaborazione.

Le tracce conducono al seguace franchista Alvárez, ufficialmente deceduto da tempo e padre di una stirpe di illegittimi (fra loro, il famoso torero El Guapo), ad una confraternita di penitenti incappucciati di rosso e ad un’antica fattoria.

Recensione

Le co-produzioni troppo articolate, quando sono più o meno a pari quota, evidenziano sempre lo stesso problema: un’accozzaglia di sapori diversi dà luogo ad un film indigesto.

Nello specifico, la pellicola del tedesco Pepe Danquart, apprezzato per i suoi corti e i suoi documentari, difetta soprattutto nel travagliato (a quanto si mormora) copione, che risulta confuso e provvisto di dialoghi a volte agghiaccianti.

È un peccato, perché il soggetto, un po’ delirante, non sarebbe da buttare e il regista, coadiuvato dal direttore della fotografia Ciro Cappellari, dimostra di saper muovere la macchina da presa.

Più dei fidanzati storici Sorvino-Martinez, alla loro prima collaborazione cinematografica, val la pena di menzionare la performance di Alida Valli (Donna Catalina): quante dive ultra-ottuagenarie sono in grado di sfoderare una tale classe, foss’anche in un prodotto di seconda categoria? .

Max Marmotta