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Trama

La ventenne Mun, cieca sin dall’infanzia, decide di sottoporsi a un intervento per recuperare la vista.

Il dottor Lo, dopo aver eseguito con successo l’operazione, affida la paziente al nipote e collega Wah per dare inizio alla psicoterapia e al recupero.

Ma la ragazza, sebbene felice di potere scrutare dopo molto tempo il mondo, comincia ad accusare alcuni strani disturbi.

Poco a poco si convince di avere la capacità di vedere gli spiriti dei morti e anche alcune ombre nere che fluttuano a fianco di chiunque stia per spirare.

Il dottor Wah, pur non credendo a Mun, ne è profondamente innamorato e la accompagna in un piccolo villaggio della Thailandia per raccogliere notizie sulla giovane Ling, donatrice della cornea.

Recensione

E così, mentre in Italia rimane soltanto lo stanco Dario Argento, l’horror diventa il veicolo espressivo di numerosi giovani registi provenienti un po’ da tutto il mondo.

Ora è il turno della cinematografia di Hong Kong, la quale, già avvezza al genere, ha sempre condraddistinto tutte le sue produzioni con una rara eleganza stilistica.

Difatti, i talentuosi fratelli Pang (anche montatori) non negano le loro forti influenze occidentali optando per una vicenda poco originale, che recupera il vecchio soggetto sul defunto inquieto e che arricchisce il contesto con riferimenti alle pellicole più note: da The Sixth Sense fino a Ghost, passando per L’esorcista, con una spiritualità puramente orientale, e persino per Il segno della libellula, nella sua facile scelta di suscitare commozione tramite una bambina malata di tumore.

Ma, nel contempo, gli autori lasciano prevalere la volontà di costruire con efficacia la tensione, senza affidarsi ad effettacci, nonché di virare il racconto su toni drammatici, i quali analizzano a più livelli il trauma della protagonista per poi regalarci un finale di gran classe.

E chissà che l’edizione in dvd non dia accesso ai dodici minuti tralasciati in questa versione.

Sax Marmotta