
The International
- Tom Tykwer
- Armin Mueller-Stahl, Brian F. O'Byrne, Clive Owen, Luca Barbareschi, Naomi Watts, Ulrich Thomsen
- Azione, Crime, Drammatico, Thriller
- Germania, Regno Unito, Stati Uniti
- 3 February 2009
Recensione
Difetti, imprecisioni? A bizzeffe. Si va da un improbabile viaggio Milano-Torino annunciato in aereo (e trascuriamo l’inesistente numero di volo per l’America) a un’improvvisata indagine balistica i cui dettagli restano in sospeso (senza contare che la presenza di un secondo cecchino è motivata pretestuosamente); dalla corsa in mezzo al traffico meneghino, pistola visibilmente in pugno, di un indisturbato Salinger (un pietroso Owen), scellerato agente Interpol dal passato difficile che s’illude di sfidare lo strapotere bancario, fondato su losche e sanguinarie compravendite di armi, dell’immaginaria IBBC lussemburghese con un’indagine quasi in solitaria – lo aiuta l’onesta procuratrice Whitman (Watts, piacevole anche quando è smarrita) – ai gravi attentati all’udito del suddetto eroe, prima centrato a destra dallo specchietto di un camion (con conseguente disturbo evocato e mai più discusso) e poi a sinistra da un proiettile in una interminabile sparatoria al Guggenheim di New York.
Che, per inciso, non è che una delle polpose locations utilizzate per il film (dunque, perlomeno degno del proprio titolo): oltre al già citato capoluogo lombardo, si toccano pure Berlino, Lione e Istanbul, più varie ed eventuali “taroccate”.
Tutto da rifare? Non proprio, dato che l’azione non è insoddisfacente e l’importante tematica politico-economica magari, così proposta, può risultare digeribile rispetto al superiore e ingiustamente obliato thriller australiano del 2001 The Bank, analogo ma sicuramente più suggestivo e più incisivo come atto d’accusa.
Il tedesco Tykwer s’inventa l’impossibile per differenziare le scene concitate. Fortuna che ha dalla sua dei buoni (per quanto distratti) caratteristi come il compatriota Mueller-Stahl e, tanto per non smentire lo spirito apolide della pellicola, l’irlandese O’Byrne e il danese Thomsen.