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Trama

Nella piccola comunità di Point Pleasant, in West Virginia, si perpetuano strane apparizioni: una creatura gigantesca, identificata come una specie di uomo-falena, si mostra da tempo ad alcuni abitanti e annuncia loro imminenti disgrazie, che si verificano.

A soffrire di più di queste presunte allucinazioni è Gordon Smallwood, che sta avvicinandosi alla pazzia sotto gli occhi impotenti della moglie Denise.

Sul luogo giunge con la sua auto, senza neanche capire come, il giornalista del Washington Post John Klein, vedovo da due anni; sua moglie Mary perì per una rara forma di tumore poco dopo uno sbandamento stradale, causato proprio dalla visione del temibile mostro alato.

John trascura il suo lavoro per cercare di chiarire il mistero, supportato dalla poliziotta locale Connie Mills.

Recensione

È uno che sa muovere la macchina da presa, Mark Pellington (Arlington Road), capace di accurati tagli dell’inquadratura e di riprese d’atmosfera elementari ma efficaci; stavolta, però, riesce a destare, con apparente consapevolezza, più curiosità che tensione.

Ispirarsi a fatti veri costituisce un’indubbia attrattiva per lo spettatore medio in cerca di –ormai inflazionate– emozioni paranormali (tra l’altro, molto simili a quelle de Il segno della libellula – Dragonfly); tuttavia, se di ricostruzione (basata su un best seller del ’75) si tratta, per quale motivo posticiparla ai giorni nostri (gli accadimenti, incidente del Silver Bridge compreso, risalgono al periodo 1966-67)? Un dettaglio, forse, comunque bastevole a scialacquare buona parte dell’interesse che potrebbe altrimenti suscitare la pellicola, sì da farla apparire un po’ superflua e piuttosto artificiosa.

Per quanto riguarda la sceneggiatura, è delirante perché così deve essere, non tanto nei dialoghi quanto nella concatenazione di eventi che ad ogni modo trovano un’adeguata chiosa.

In sintesi: solleticante ma lacunoso.

Max Marmotta