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Recensione

La regista Tardieu vende il suo film come la solita commedia degli equivoci (almeno a giudicare dal trailer).

Invece c’è di più. Anzitutto un tocco delicato, che permette di rendere credibile non solo la situazione in sé (un uomo scopre casualmente che il suo genitore biologico non è chi ha sempre creduto, si mette a cercare quello vero e s’innamora inconsapevolmente della figlia), ma anche i suoi snodi, le rivelazioni a catena immancabilmente evidenziate da ingenui accadimenti, i personaggi centrali.

Per esempio, il protagonista Erwan (François Damiens de La famiglia Bélier, sorprendente nei mezzi toni) è un competente sminatore, dunque abituato a pianificare le azioni e a maneggiare con cura vecchi ordigni, quali in un certo senso sono suo padre (Guy Marchand), appassionato barcaiolo, e lo sconosciuto, gentile, solitario Joseph (bellissimo ruolo per André Wilms), che pare ebbe un incontro fugace con la defunta madre dell’esperto di bombe.

Anna (Cécile de France, attrice stupenda) è un’indurita dottoressa intimamente pentita di aver preferito da bambina il pantofolaio Joseph alla moglie giramondo allorché si separarono.

Il prudente quarantenne, peraltro vedovo e quasi nonno, poiché la sua intraprendente Juliette è orgogliosamente incinta di uno sconosciuto (il che dà luogo a un attinente secondo asse narrativo), prova a disinnescare l’attrazione tra lui e il medico, una volta accortosi dell’assurda coincidenza.

Riuscirà?  .

Max Marmotta