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Recensione

In che modo prolungare una trilogia in crescendo, il cui terzo capitolo rimane (e probabilmente rimarrà) insuperabile? La Pixar ha esitato 9 anni prima di risolversi a dare un seguito alle avventure dei giocattoli del piccolo Andy (intanto finito al college) e imbattersi nella sceneggiatura giusta. Benché tra le firme di quest’ultima e, prima ancora, fra quelle ancor più numerose del soggetto figurino Andrew Stanton (che condivide la stesura del copione con Stephany Folsom) e l’ormai compromesso ex-dirigente John Lasseter, la regia non è affidata a nessuno di loro, né agli storici soci Docter, Unkrich, Bird: se ne occupa Josh Cooley, esordiente nel lungometraggio. Il risultato di cotanta prudenza è positivo fin oltre le aspettative. 

Il plot introduce fra i protagonisti – passati ufficialmente di proprietà a una bimba, Bonnie, vagamente disinteressata ad articoli considerati “vecchiotti” – un pauroso manufatto, Forky, composto da una forchetta-cucchiaio, fil di ferro e stecchini, molto amato dalla padroncina (in quanto sua creazione), talmente convinto d’essere spazzatura da allertare i suoi nuovi amici, il cowboy di pezza Woody in primis, sulla sua incolumità. Recuperato dopo un’“auto-defenestrazione” durante una gita in camper, Forky, simbolo di diversa abilità infantile o insicurezza e depressione adolescenziali, si ritrova con Woody all’interno di un negozio di antiquariato (fuori il nostro ritrova la “libera” pastorella di porcellana Bo Peep), dove “regna” la capricciosa bambola Gabby Gabby, determinata a ottenere un riproduttore vocale. Personaggio interessante: apparentemente falsa e addirittura crudele, rivela un passato difficile e una natura sostanzialmente buona, a detrimento di un clima di pericolo che subisce un ridimensionamento eccessivo, tuttavia a vantaggio di azione e ritmo.   

Omaggi sparsi (da Shining a Piccoli brividi, vedi i burattini al servizio di Gabby) e usuale prestigioso cast vocale: a Tom Hanks e Tim Allen (che doppia ancora Buzz Lightyear, il quale qui fatica a ritagliarsi il suo… spazio), sostituiti in Italia da Angelo Maggi (al posto dello scomparso Fabrizio Frizzi, ringraziato sui titoli di coda) e Massimo Dapporto, dal corposo elenco si segnalano almeno Christina Hendricks (Gabby) e la popolare coppia televisiva Jordan Peele/Keegan-Michael Key (i confusionari peluche Bunny e Ducky); Forky è il comico Tony Hale e lo spassoso acrobata a molla Duke Caboom è Keanu Reeves (da noi Luca Laurenti e Corrado Guzzanti). Con un surplus di pregio: per la sua volontà di supportare gli altri e non lasciarli mai indietro, Woody si riconferma come l’ultimo vero grande eroe americano. 

Max Marmotta