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Recensione

Fidato direttore della fotografia di Christopher Nolan (che qui, neanche a dirlo, lavora in veste di produttore esecutivo), Wally Pfister esordisce alla regia chiamando a raccolta parecchi membri della “tribù” del suo mentore, da Rebecca Hall e Cillian Murphy all’instancabile Morgan Freeman.

Poiché si parla di intelligenza artificiale (che l’esperto scienziato Johnny Depp – stavolta stranamente un po’ svogliato – finisce per sperimentare in prima persona, dato che la sua coscienza viene scaricata all’interno del web) nonché di manipolazione mentale, i precedenti si sprecano: 2001: Odissea nello spazio, A.I., Io, robot, in qualche modo Il tagliaerbe, perfino un brano del recente Captain America – The Winter Soldier; e poi gli “elettrizzanti” Sotto shock e Killer Machine, gli ultracorpi e i loro epigoni, le variazioni sui replicanti, per arrivare alla serie animata cult Jeeg robot d’acciaio.

Riorganizzare tutta questa materia “già scritta” in maniera originale, evidentemente, non è facile, dunque non si può rimproverare al neo-autore e al suo sceneggiatore Jack Paglen (anche lui debuttante, comunque) di averci almeno provato.

In realtà, si fa molto affidamento sugli effetti visivi e sul consolidato professionismo del cast, elementi che però non sono sufficienti a portare a casa un risultato pienamente soddisfacente.

Forse buttarla sul sentimentale è l’intuizione giusta, e un finale prevedibilmente aperto non stona affatto.

Manca la meraviglia; non c’è sempre, si sa (anzi, spesso è un “dono”), ma figurava fra le aspettative.

Max Marmotta