
Tutta colpa di Giuda
- Davide Ferrario
- Cristiano Godano, Fabio Troiano, Gianluca Gobbi, Kasia Smutniak
- Commedia, Musicale
- Italia
- 10 April 2009
Recensione
L’intelligenza dell’autore Davide Ferrario non è in discussione. Ama il documentario, ma quando si dedica a un lungometraggio a soggetto (vedi Tutti giù per terra o Guardami) si inerpica quasi sempre per sentieri difficili, potenzialmente tortuosi, spesso spinosi, trovando però un codice capace di distinguere lo spavaldo esercizio di stile da un film con l’anima.
Tutta colpa di Giuda non sfugge a questa temeraria e singolare catalogazione: definita sui manifesti e nei titoli di testa “una commedia con musica” (non un musical), con il fondamentale apporto al pentagramma di Fabio Barovero, Francesco Signa e dei Marlene Kuntz, che appaiono anche, la pellicola racconta le tribolazioni di una fresca regista teatrale d’avanguardia serba (convincente Smutniak) alle prese con la preparazione di una Passione di Cristo da inscenare con i detenuti (veri e bravi) di un’ala modello di un penitenziario torinese, disponibili ma un po’ disorientati, dotati di qualche talento ma svogliati; l’idea è del dinamico cappellano don Iridio (Gobbi, di frequente al servizio del regista), aperto seppur fino a un certo punto agli svecchiamenti (per esempio, gli riesce difficile accettare una rappresentazione metaforicamente e speranzosamente senza sofferenza, dove il concetto di croce venga letteralmente scavalcato), e tutto si svolge sotto gli occhi disillusi ma non spenti del giovane direttore della prigione Libero (Troiano, che proprio da Ferrario fu rivelato in Dopo mezzanotte).
Intorno, la noia di giorni interminabili, le coreografie altamente simboliche, la rigida suor Bonaria della Littizzetto (perfettamente tenuta a briglia), la violenza che cova, la constatazione che il regime carcerario, così com’è, non corregge, l’illusione dell’indulto, la dura realtà, la mancanza di risposte.
E la rara abilità di sollevare quesiti stimolanti.