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Trama

Mentre è ospite della casa al mare della sua più recente conquista, la neanche trentenne Marin, banditrice d’aste, l’inossidabile produttore discografico sessantatreenne Harry Sanborn, inguaribile dongiovanni sensibile soltanto al fascino delle donne molto più giovani di lui, viene colto da infarto.

A soccorrerlo è la commediografa Erica Barry, madre contrariata di Marin, recatasi con la sorella Zoe per il week-end nella medesima villa ignorando che fosse già occupata e trovatasi a cenare con il maturo, sconosciuto e passeggero fidanzato della sua “bambina”, con il quale peraltro è entrata da subito in antipatia.

In ospedale Harry è curato da un cardiologo pragmatico e preparato, Julian Mercer, un trentaseienne da sempre affascinato dalle opere dell’ultracinquantenne Erica (separata dal marito Dave) ed onorato di conoscerla.

Costei, incredula, si scopre corteggiata dal piacente medico; il fatto sorprendente, tuttavia, è che pure Harry, impossibilitato a viaggiare e costretto a trascorrere una cautelata convalescenza proprio nel luogo in cui ha avuto l’attacco (degli affari si occupa il suo assistente Leo), comincia a provare una velata attrazione per lei, alle prese con la la stesura della sua ultima, sofferta pièce teatrale.

Recensione

Era destino che Jack Nicholson e Diane Keaton, già incrociatisi sul set dell’ambizioso Reds di Warren Beatty, un giorno avrebbero recitato insieme in un film romantico.

Tanto meglio che a dirigere, con eleganza e padronanza discreta degli attori (con nomi simili in cartellone non è sempre semplice), sia Nancy Meyers, la quale, più del marito Charles Shyer (che già riscoprì la Keaton in Baby Boom), ha dimostrato (con What Women Want) che riprendere le atmosfere tra il rosa e lo scherno tanto care alle commedie sofisticate anni ’60 è possibile.

Basta saper scrivere dei dialoghi pungenti ed adeguarsi ai tempi senza scivolare nella facile tentazione della volgarità.

In effetti, l’unico difetto di Tutto può succedere (da non confondere con Tutto può accadere di Bryan Gordon; distributori italiani, a quando un Tutto può capitare?) è una certa faciloneria della trama: quando occorre, i giovani Marin e Julian (un Reeves in ruolo di lusso) si fanno da parte con una cordialità tutta cinematografica, per non parlare della miracolosa ripresa di Harry.

L’importante, però, è che si rida in più di un punto, grazie soprattutto all’istrionismo ormai familiare di Nicholson, che le reiterazioni, anziché disturbare, funzionino e che il finale alla Allen (modulo che la Keaton dovrebbe conoscere bene) si coniughi a dovere con il resto.

Max Marmotta