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Trama

Amy Mayfield, figlia d’arte, frequenta l’ultimo anno del corso di cinematografia. La forte competizione che c’è tra i colleghi viene ulteriormente accentuata dal Premio Hitchcock, un concorso aperto ai lungometraggi dei laureandi che può spalancare le porte di Hollywood.

Amy partecipa ispirandosi a una storia che le racconta Reese, nuova guardia di sicurezza del college. Una volta iniziata la lavorazione, i membri della troupe selezionati dalla giovane regista rimangono vittime di incidenti fatali.

Amy si convince poco a poco che in realtà non si tratta affatto di incidenti.

Recensione

Mentre scorrono le immagini di questo secondo capitolo sulle leggende metropolitane (in cui è inevitabile trovare delle attinenze con il brano “Mio cuggino” degli Elio e Le Storie Tese) non si può fare a meno di pensare a Wes Craven, e come la sua trilogia abbia dato nuova linfa vitale all’horror, trasformandolo in un genere giovane e cinefilo.

Il compositore e montatore John Ottman (al suo esordio come regista) aggiunge alcuni particolari a un panorama che negli ultimi anni si è appiattito.

Purtroppo servono a poco i giochi metacinematografici, i rimandi al primo Urban Legend, qualche tocco di splatter o i riferimenti alle tematiche hitchcockiane per rendere appassionante un film basato su un soggetto fin troppo saccheggiato.

Sax Marmotta