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Recensione

Ranuccio (Boldi) è inaspettatamente lasciato dalla moglie Tiziana (Vertova) proprio sotto le feste, così, senza badare all’imbarazzo del figlio Paolo (Mandelli, vj già presente, con maggiore verve, in Manuale d’amore), si unisce a lui e ai suoi contrariati amici, l’infingardo Diego (Ruffini, fra i recenti timonieri della trasmissione Stracult) e il cheto Lorenzo (Sanfelice, addirittura più inespressivo che ne La stanza del figlio e Che ne sarà di noi).

Le loro prevedibili disavventure si incroceranno con quelle di Giorgio (De Sica), che dalla consorte Daniela (Bergè) è stato lasciato sei mesi or sono, partito alla volta della Florida per seguire il poco leale amico Mario (Ghini), che ha casa e ex-famiglia laggiù, e piangere sulla sua spalla, salvo trovarsi fra i piedi l’avvenente e cresciuta figliola di quest’ultimo, Stella (Hessler, altra campionessa di fissità facciale), decisa, malgrado ogni rifiuto, a fare l’amore con lui.

Niente di nuovo sotto il sole, come si può notare, dalla premiata (al botteghino) “ditta natalizia”, completata dal regista Parenti.

Boldi e De Sica mostrano la corda da un (bel) po’ (non per niente hanno deciso di prendersi una “pausa di riflessione” – era ora – e girare le loro prossime commedie separatamente) e si riadagiano nella volgarità in pratica assente (!) nel loro precedente Christmas in Love (incredibilmente dotato di una discreta sceneggiatura e di momenti appena divertenti) e che offusca qualsiasi gag, oltre a palesare assenza di idee e di una trama degna di tale nome.

Ma al pubblico occasionale, quello che affolla le sale una sola volta l’anno, cercando la replica (solo leggermente più audace) delle turpitudini già sciorinate dalla tv-spazzatura, non importa, e continua a far finta di divertirsi e ignorare che è lecito pretendere di meglio, regalando al film l’ennesimo primo posto.

Max Marmotta