
Intervento divino
- Elia Suleiman
- Amer Daher, Elia Suleiman, George Ibrahim, Manal Khader
- Commedia, Drammatico, Sentimentale
- Francia, Germania, Marocco, Territori palestinesi
- 1 January 2002
Trama
Nazareth, oggi. Alcuni personaggi sono impegnati in attività quotidiane: chi ripara la strada, chi sistema un orto desertico, chi legge, chi osserva, chi aspetta un autobus che non arriva mai.
Ciascuno di loro, però, è incline alla prepotenza o all’atto di maleducazione nei confronti del vicino.
Frattanto, un uomo di Gerusalemme (che spesso reca visita al padre ricoverato in ospedale) e una donna di Ramallah incurante del pericolo si incontrano furtivamente e castamente in prossimità di un posto di blocco, praticamente simbolo dell’impossibilità del loro amore.
Recensione
Complicato riassumere una trama avarissima di dialoghi (i pochi scambi in ebraico o arabo sono sottotitolati).
E nemmeno deve essere facile girare un film, inevitabilmente dalla parte dei palestinesi ma senza retorica, in una terra martoriata da guerre fratricide, dove non troppo allegoricamente persino Babbo Natale (doppiato nei rantoli da Michel Piccoli) rischia di finire accoltellato dai ragazzini.
Le lentissime opere di ricostruzione che inquadra Suleiman, che è al suo secondo lungometraggio e ha anche co-prodotto, sono sempre pronte a sfociare in liti al limite del ridicolo.
E si tratta di gente che vive nella stessa zona, mica di stranieri (l’unica turista si è persa, proprio come le forze di pace)! Questa è la sindrome da invasione tipica dell’essere umano, che trova sfogo anche nell’accanimento (a sorpresa) contro un serpente (il peccato originale?).
In tanto surrealismo, che rimanda, nella prima parte, al cinema di Iosseliani, è impossibile cogliere tutti i messaggi che il regista ci invia.
Si ride, anche per gli scimmiottamenti del cinema americano (Suleiman ha vissuto a lungo negli Stati Uniti) e di Hong Kong (con i cecchini in addestramento sconfitti da una specie di ninja vendicatrice, scena coreograficamente incredibile) o per l’arcana sequenza del palloncino con l’effigie di Arafat che valica il posto di blocco, tuttavia si comprende nettamente che non c’è da stare allegri.
Premio della Giuria a Cannes, è un’opera importante, di quelle che non lasciano indifferenti. La co-protagonista Manal Khader nella vita fa la giornalista.