
The Life of David Gale
- Alan Parker
- Cleo King, Kate Winslet, Kevin Spacey, Laura Linney
- Crime, Drammatico, Thriller
- Germania, Regno Unito, Stati Uniti
- 21 February 2003
Trama
Il professor David Gale, insegnante universitario e tenace attivista contro la pena capitale, per quella che sembra una crudele beffa si trova nel braccio della morte.
A quattro giorni dalla sua esecuzione si decide a raccontare tutta la sua vicenda alla turbolenta giornalista Bitsey Bloom, che ha da poco scontato una breve detenzione per non aver rivelato le fonti di una sua inchiesta.
Affiancata contro la sua volontà dal praticante Zack Stemmons e scettica sull’innocenza del condannato, la Bloom si reca ad intervistarlo; non ha che tre incontri a disposizione.
Dopo aver conosciuto il bislacco difensore di Gale, Braxton Belyeu, Bitsey apprende che il detenuto è rimasto invischiato nel presunto stupro della studentessa Berlin, che gli ha rovinato reputazione e carriera.
In seguito, abbandonato da moglie e figlio, si è dato all’alcool, prima di finire accusato del brutale omicidio della collega ed amica Constance Harraway.
Recensione
Non ci sarebbe da meravigliarsi se un soggetto demenziale (un oppositore della pena capitale condannato a morte) desse luogo ad un film beota.
In questo caso il disastro è evitato dal mestiere di Parker (anche produttore con Nicolas Cage), che da par suo spennella alcuni quadretti grotteschi come il luogo del delitto diventato meta turistica o la piscina di casa Gale trasformata in acquitrino, e dalla sceneggiatura di Randolph, la quale ha l’accortezza di cominciare dalla conclusione e dipanare l’accaduto per gradi, non disdegnando qualche stimolante falsa pista (a volte solo visiva).
Ciò che lascia più perplessi sono alcuni intermezzi da videoclip, che più che scuotere la narrazione appaiono fuori luogo, e alcuni brani di dialogo che ci mostrano Constance (Linney) eccessivamente saputella (e inacidita) e David (uno Spacey non al suo meglio) perso nelle sue infinite citazioni.
Connotazioni che nuocciono alla simpatia dei personaggi; senz’altro più riuscita la definizione di Bitsey (la volitiva Winslet), caparbia quanto spesso scostante.
Magari si può indulgere verso il contenuto generale, meno sulla voglia di sorprendere ad ogni costo: infatti non tutto sta in piedi e il finale rimette in discussione parecchie cose.