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Recensione

Maxwell Smart è un personaggio creato dalle fervide menti da commedia di Mel Brooks e Buck Henry. Dovutamente aggiornato, ritorna con le fattezze dell’eccezionale Steve Carell (purtroppo mai abbastanza attento ai copioni che sceglie) in questa parodia, firmata dal veterano (anche se non sempre in forma) Peter Segal, nel corso della quale il nostro puntiglioso analista al servizio dell’organizzazione segreta Control viene promosso – in mancanza di soluzioni migliori – al rango di uomo d’azione (nome in codice: agente 86), con i vari divertenti pasticci del caso, per contrastare le mire della setta criminale denominata Kaos; in missione, il neo-Bond è affiancato dalla poco convinta 99, reduce da un’operazione di chirurgia plastica (condizione a sua volta ideale per un incarico sotto copertura) e senza alcun dubbio più esperta con i ferri del mestiere.

Come in ogni prodotto del genere che si rispetti, la trama serve relativamente, conta invece inanellare gags visive e verbali differenziate.

Comunque sceneggiatori e regista evitano saggiamente di prodigarsi in scorciatoie o volgarità. Aiuta un cast scelto con cura, da una spiritosa Anne Hathaway (definitivamente maturata come interprete da Pretty Princess a Il diavolo veste Prada) a Dwayne Johnson (il quale, prendendosi un po’ più in giro, ha abbandonato lo pseudonimo con cui era maggiormente conosciuto, The Rock), fino ai “volponi” Alan Arkin, Terence Stamp, James Caan, Bill Murray (presente in un gustoso cameo).

Tanto per essere chiari, non è che si rida a crepapelle, quello è un evento alquanto raro, dato che nel cinema comico si è già visto di tutto; però la mimica, la confezione, il timone mantenuto saldamente in direzione di uno standard dignitoso fanno sì che chi vuole trascorrere un paio d’ore spensierate non si possa sostanzialmente lamentare.

Max Marmotta