
Il miracolo
- Edoardo Winspeare
- Carlo Bruni, Cosimo Cinieri, Ippolito Chiariello, Stefania Casciaro
- Drammatico
- Italia
- 30 August 2003
Trama
Mentre corre in bicicletta su una strada fuori mano di Taranto, Tonio, dodici, anni, una situazione famigliare minata dai problemi finanziari del rabbioso padre Pietro (sovente in attrito con la moglie Annalisa), viene investito dalla barista Cinzia, alla guida dell’automobile di un suo amico.
Malgrado l’insistenza di quest’ultimo, la ragazza, spaventata, preferisce la fuga. Ricoverato d’urgenza, il bambino si salva. Prima di svenire ha visto una strana luce e adesso prova una singolare sensazione, che si manifesta non appena tocca un moribondo in ospedale.
L’uomo si riprende immediatamente e Tonio, dopo una prima ricerca di risposte a quanto è accaduto, si convince di avere acquisito poteri curativi.
Così, comincia ad incontrare regolarmente il nonno ammalato e disilluso di Sarino, suo compagno di scuola.
Mentre un giornalista locale si interessa morbosamente al caso, Cinzia, che era andata a trovare di nascosto il piccolo durante la sua degenza, tenta una nuova convivenza con l’irresponsabile madre.
Recensione
Allontanatosi solo relativamente dai ritmi popolari di Pizzicata e Sangue vivo (ci sono ancora le ottime melodie del Gruppo Zoè, nonché, nel brevissimo ruolo dell’uomo morente, il musicista e protagonista del penultimo film, Pino Zimba), il salentino Edoardo Winspeare si affida con sensibilità a personaggi non inediti e ad una trama semplice ma intensa, che solleva volutamente molti interrogativi non necessariamente religiosi per non offrire, ovviamente, soluzioni vere e proprie (probabilmente, solo credendo nelle proprie capacità è possibile compiere quotidianamente gesti straordinari); in valida sostituzione, c’è uno sguardo sulla società circostante, che condiziona pesantemente la serenità di Tonio, adulto di domani deluso dai suoi cari, a sua volta toccasana quasi involontario per la disperazione implosa di Cinzia.
In tale ottica, anche l’accadimento finale è palesemente un miracolo di portata umana. Aggiungono punti all’opera il lavoro degli spontanei attori (esclusa purtroppo Stefania Casciaro/Cinzia, che comunque ha le physique du rôle), soprattutto di Anna Ferruzzo/Annalisa, e l’amore con cui il regista, con la preziosa collaborazione del direttore della fotografia Paolo Carnera, descrive Taranto, la cui bellezza naturale è mortificata dall’industrializzazione e da biechi interessi edilizi.