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Trama

Malli, sorella di un onorato martire di combattimento, è un’imperturbabile guerrigliera tamil (siamo nello Sri Lanka) appena diciannovenne: non ci pensa due volte ad imbracciare un fucile o un machete e a scagliarsi contro il nemico.

Proprio questa sua determinazione fa sì che venga scelta per una missione suicida: far saltare in aria un ministro.

Guidata dal giovanissimo Loto, la ragazza raggiunge il luogo in cui verrà addestrata e alloggia presso un ignaro e generoso agricoltore, la cui moglie è inferma.

La vicinanza di queste persone e il ricordo di un soldato amato per una notte fanno vacillare la sua incredibile dedizione alla causa.

Recensione

Ci ha visto bene John Malkovich, che ha voluto distribuire negli Stati Uniti questo esordio (datato ’99) di Santosh Sivan, un paio di corti alle spalle (tra cui, appunto, Malli), poi affermatosi in patria con il kolossal Asoka: magari è imperfetto e il finale è annunciato (ma è anche importante notare in che modo il cineasta abbia deciso di concludere), tuttavia è uno di quei film capaci di comunicare e di commuovere con semplicità.

Il passato della bella, impassibile e spietata assassina si rivela allo spettatore poco per volta (a mezzo flashback), e il meraviglioso personaggio del suo ospite, mai in torto, contribuisce a renderla esitante.

Le scelte registiche dosano delicatezza e orrori bellici diretti (come nella scena in cui Loto viene raggiunto dai guardiani).

L’obiettivo della kamikaze, mai nominato, è probabilmente Rajiv Gandhi. Gli attori sono impegnati anche su altri fronti della produzione: Anuradha (nel ruolo di Sumitra) si occupa dei costumi, Sonu Sisupal (ovvero il leader) delle musiche.

Max Marmotta