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Trama

Stati Uniti 1931. Michael Sullivan è il killer di fiducia del boss irlandese John Rooney, il quale lo ha allevato fin da piccolo amandolo come il figlio naturale Connor.

Il lavoro ha dato a Michael la possibilità di sposarsi con Annie e di tirare su dignitosamente due figli.

I problemi di coscienza si fanno però sentire quando il maggiore Michael jr. assiste a un omicidio commesso proprio da Connor, spingendo il genitore ad abbandonare la famiglia Rooney e i suoi affari, una volta constatatene la reale mancanza di scrupoli.

I due Sullivan si rifugiano così a Chicago sperando nella protezione del capo Frank Nitti, ma si scoprono braccati dall’assassino Maguire.

Recensione

Forte dei numerosi consensi raccolti con American Beauty, l’inglese Sam Mendes fortunatamente non dorme sugli allori e riesce a riesumare con eleganza gli archetipi del gangster movie americano.

Proprio per questo è inesatto parlare di prevedibilità degli eventi, bensì di struttura narrativa rigorosamente costruita su canoni classici.

Confezionato in modo impeccabile, con uno stile che, al pari di Crocevia della morte dei Coen, muove la mdp con discrezione tracciando letteralmente una vicenda retta su dialoghi essenziali, il film si snoda amalgamando il dramma familiare col road movie di formazione, senza disdegnare un breve momento da commedia.

Il Mendes autore si riconosce invece nell’affrontare ancora una volta il rapporto genitori-figli, analizzato a più livelli e impreziosito dal “non detto”, e nel trasformare la curiosità/ossessione per la morte del Ricky Fitts/Wes Bentley del suo esordio in una sorta di lugubre spirito che permea tutta l’opera.

Impressione amplificata dall’ingresso in scena di Jude Law (Maguire), pericoloso e perverso ometto mediocre nonché plausibile incarnazione del tristo mietitore, e dallo spettro di colori selezionato da Conrad L. Hall. Splendide le prove di Hanks (Michael Sullivan sr.) e Newman (John Rooney).

Sax Marmotta