Video & Photo

1 videos

Trama

New York, 1862. Il quartiere di Five Points, sito nella parte meridionale di Manhattan, è quotidianamente meta di centinaia di immigrati irlandesi.

La zona è però interamente controllata da William Cutting, detto Bill il Macellaio, leader della banda protestante dei Nativi.

Il capo della gang cattolica dei Conigli Morti, noto come il Prete, è stato infatti ucciso sedici anni prima proprio da Bill, durante uno scontro urbano.

Amsterdam Vallon, giovane figlio dell’assassinato e testimone del fatto, torna nel quartiere dopo un lungo soggiorno in un istituto correzionale, con l’unico scopo di placare la sua sete di vendetta.

Senza rivelare la propria identità, conquista in breve tempo la stima del Macellaio e il cuore della bella borseggiatrice e prostituta Jenny Everdeane.

Ma Monk McGinn, vecchio amico del Prete, coglie le reali intenzioni del ragazzo deplorandone la condotta.

Recensione

Un grande kolossal d’altri tempi. Sia per la portata storica, sia per il debito con David Wark Griffith e i western di Sergio Leone, sia per la scelta di ricostruire Five Points a Cinecittà senza alcun ausilio digitale.

Se da una parte il mastodontico lavoro di Dante Ferretti limita i movimenti di macchina, ma non la creatività visiva, dall’altra il plausibile intervento della Miramax in fase di scrittura danneggia irrimediabilmente l’asse narrativo principale, senza comunque riuscire a spodestare Scorsese dalla sedia di regista.

L’interpretazione critica delle radici sociali americane che ne deriva, oltre ad essere riconducibile a molte altre realtà, non ammicca mai al pubblico e, affidandosi a una coralità del quartiere che si rifà alla cinematografia di Coppola, rende efficacemente un universo spietato e misero quanto sconosciuto.

Un terreno fertile per le tematiche care all’autore (religione, rituali violenti, razzismo in un contesto multietnico) e per una storia d’amore dai toni aspri che nulla concede al blockbuster-style.

Mentre il rapporto tra i due protagonisti maschili assume un’immediata valenza metaforica, sfoderando un costante e coraggioso pessimismo che permane fino alla sequenza di chiusura.

Una pellicola già impreziosita dalle ottime prestazioni di tutti gli attori e inevitabilmente destinata a ingrassare la nicchia dei cult.

Sax Marmotta