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Trama

Romagnolo disoccupato, il giovane Emilio Todeschini si arruola nell’Arma dei Carabinieri. Durante l’addestramento, a Roma, conosce il sardo Costantino, ex-pastore mesto e taciturno. Al momento delle assegnazioni, Emilio finisce a Coloras, proprio in Barbagia; l’idea non gli dispiace affatto, poiché immagina che l’isola sia un luogo tranquillo e assolato.

Purtroppo, la realtà è un’altra: il paese è un ambiente chiuso, lontano da qualsiasi comodità o divertimento, dove le autorità vengono sempre scrutate con sospetto.

Ben presto l’indifeso Emilio, che nel frattempo si innamora, fra mille problemi, della bella Giacomina, partecipa alle indagini su una faida: un uomo ucciso davanti al suo bestiame e sotto gli occhi del figlioletto Efisio, nascosto tra la vegetazione.

L’assassino, Francesco Cortes, è latitante.

Recensione

Sos laribiancos, Arcipelaghi, Pesi leggeri testimoniano del rinnovato interesse del nostro cinema nei confronti della Sardegna, e questa pellicola prosegue il discorso.

Diretto da un carabiniere sessantenne, allievo di Olmi (e un po’ si vede), sceneggiato, fra gli altri, dal critico Ezio Alberione e girato nel nuorese e nel sassarese, esattamente a Mamoiada e a Benetutti (luogo d’origine dell’autore, che in effetti dimostra di conoscere l’incancellabile mentalità della zona, però opportunamente non la giudica), il film è coerente eppure lungo, connotato da un’eccessiva piattezza e da qualche ingenuità.

È un fatto, tuttavia, che l’intenzionale rallentamento narrativo è percettibile da quando il protagonista si sposta nell’isola (e raggiungere la caserma è davvero un’impresa!), a sottolineare ritmi di vita assolutamente diversi.

A tal proposito, il confronto tra il mare di Rimini e quello locale è assai sapido. Gli interpreti, perlopiù non professionisti, sono funzionali benché non sempre convincenti. Interessante sarebbe stato sapere dell’ambientazione di Costantino in Trentino, ma era materiale per un’altra storia.

L’organizzazione generale è curata dall’attore Raffaele Ballore e dal cineasta Ferdinando Vicentini Orgnani.

Max Marmotta