Video & Photo

2 videos

Trama

Impiegata come contabile in una polleria industriale, dove opera anche la sua amica e vicina Eminè, la nervosa Giovanna vive in una zona popolare romana con il marito Filippo, attualmente lavoratore notturno (ma senza posto fisso), e i loro due bambini.

L’incontro con un uomo anziano e sperduto scuote la coppia. I coniugi lo ospitano a casa loro e provano ad indagare sul suo passato, cancellato dall’amnesia. Forse lo smemorato si chiama Simone (è l’unico nome che ricorda), di certo la sua storia personale è legata ad un fatto del ’43.

Giovanna è inaspettatamente aiutata dal giovane dirimpettaio Lorenzo, che lei spia ogni sera da un po’ di tempo.

Recensione

Complimenti ad Özpetek, che dopo il lusinghiero successo de Le fate ignoranti riesce a cambiare completamente direzione e stile narrativo (qui si oscilla impercettibilmente tra presente e passato) senza rinunciare ad alcuni dei temi portanti del suo cinema (per esempio, l’omosessualità e l’esotismo, stavolta appena accennati).

La sceneggiatura, scritta dal sensibile regista con Gianni Romoli, si impernia su piccoli drammi e insoddisfazioni quotidiane, la trama si compone pian piano, ora lasciando capire le sue evoluzioni, ora spiazzando e rifuggendo le vie più ovvie, in un dignitoso percorso verso la felicità, o quello che più le assomiglia, che non deve prescindere dalle rinunce.

Le defilate figure dei figli di Giovanna sono fondamentali, e fa bene il pasticcere, nella sua confusione, a ritenere che siano “in pericolo” (una bellissima pagina dello script).

Oltre alle composizioni portanti di Andrea Guerra, già valido collaboratore di Özpetek, che culminano nella canzone finale di Giorgia “Gocce di memoria”, si segnala l’ineccepibile scelta degli attori: la passionale Mezzogiorno è una conferma, Nigro una scoperta, Bova una sorpresa e Girotti, presenza fondamentale nel nostro cinema, dopo anni finalmente alle prese con un ruolo di rilievo (purtroppo è la sua ultima interpretazione), una garanzia.

Il film è giustamente dedicato a lui.

Max Marmotta