La foresta magica
- Ángel de la Cruz, Manolo Gómez
- Claudio Rodríguez, Juan Miguel Cuesta, Mar Bordallo, Nacho Aldeguer
- Animazione
- Spagna
- 1 January 2001
Trama
Il bosco di Cecebre, in Galizia, ha una peculiarità: quando gli uomini si allontanano, in particolare il signor D’Abondo, che ama andare a caccia con il suo servo e il suo cane Cus Cus, gli alberi prendono vita e si mettono a conversare con gli animali.
In particolare, la vecchia Quercia, il pignolo Eucalipto e il balbuziente Pino seguono le vicende sentimentali di Furi, vivace talpa innamorata della sua simile Linda.
Mentre un antipatico e saccente palo del telefono viene piantato proprio dinanzi ai bonari tronchi, radicati nelle loro gaie abitudini, la moglie di D’Abondo pretende di riparare il suo cappotto con le pellicce degli innocenti roditori che vivono attorno alla sua casa.
Scampato alla cattura, Furi si industria per salvare i suoi “cugini” e Linda; lo aiutano la gatta domestica Morriña e una goffa lucciola.
Recensione
L’idea di creare un’industria del cartone animato nella vecchia Europa che sia minimamente competitiva con i colossi americani è sacrosanta, ma va foraggiata.
Dunque, nel caso specifico, promozione a pieni voti per il messaggio ecologista (“che l’uomo ti ignori” è il saluto che si scambiano le creature selvatiche), la scelta di colori e gli effetti tridimensionali dell’iberico La foresta magica, molte riserve sulla scorrevolezza di alcuni movimenti dei personaggi e soprattutto della trama.
Infatti, da un lato si privilegia la pluralità di caratteri –ci sono anche dei simpatici topi, un’imbizzarrita vacca e una tediosa flotta di mosche (nonostante le voci italiane di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu)–, dall’altro ci si scorda spesso di coordinarla, rinunciando alla “matura” dignità della maggior parte dei prodotti per l’infanzia, non solo di oggi.
Da notare che nell’arco della realizzazione, alla quale ha partecipato pure la nostrana Lanterna Magica, i due registi si sono occupati della produzione (Gómez) e dell’adattamento del romanzo (de la Cruz), peraltro già trasposto in due versioni live (inedite in Italia): una, omonima, del 1987, l’altra (Fendetestas) del 1975.
I due brani cantati, rimasti in originale, sono eseguiti da Luz.