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Trama

Lacerato da una crisi creativa acuita dal penoso divorzio in corso, che lo oppone alla bella moglie Amy, la quale ormai convive in città con l’odiato Ted Milner, lo scrittore Mort Rainey vegeta nella sua casa situata in mezzo al bosco in compagnia del cagnetto Chico, dormendo quasi ad ogni ora.

Un giorno bussa alla porta l’inalberato John Shooter, agricoltore del Mississippi che reclama la paternità di un romanzo pubblicato da Rainey (che ha già un misterioso precedente di plagio).

Sorpreso della scoperta e convinto delle sue ragioni (esiste una pubblicazione, difficile da reperire, che può dimostrare l’anteriorità del suo lavoro), l’accusato cerca di difendersi dalle sempre più insistenti incursioni del contadino, le cui minacce e azioni si fanno man mano più pesanti.

Già rivoltosi, con scarsi risultati, all’anziano sceriffo Dave Newsome, Mort interpella anche l’amico detective Ken Karsch, e conta sulla testimonianza del conoscente Tom Greenleaf.

Recensione

L’apprezzato regista (Echi mortali) e sceneggiatore (Carlito’s Way, Spider-Man) David Koepp, ispirandosi a un racconto della raccolta “Quattro dopo mezzanotte” del saccheggiatissimo Stephen King, confeziona una prima parte davvero molto intrigante, la cui punta di diamante è l’approfondimento psicologico del personaggio principale (un Johnny Depp in versione bionda, fin troppo arruffato e sdrucito ma sempre valido), egoista, depresso, vittima della propria accidia, incapace di certificare la limpidezza del suo operato.

Purtroppo, l’accumulo di indizi, con il topos ricorrente dello specchio (notare cosa c’è scritto sul retrovisore) che allude alla dualità, o meglio alla doppiezza, alla menzogna (persino riguardo alle sigarette) sovrastante la coscienza, annichilita da una “finestra segreta”, scoperta casualmente, che fa accedere a sconosciuti meandri mentali, si risolve in un epilogo che anziché sorprendere sembra seguire le mode.

Un calo di tensione (aggravato dall’avarizia d’ironia) che rende accessori eventi e caratteri (anche il ruolo del bravo Turturro, villico erudito, andrebbe affinato), paragonabile a quello di un’altra pellicola interpretata dallo stesso divo, La nona porta, con un percorso che ricorda, giusto per citare titoli celebri, Angel Heart, La metà oscura (stesso autore del soggetto e Hutton, che qui è Ted, come protagonista), Fight Club, passando per film meno riusciti tipo Mai con uno sconosciuto.

Max Marmotta