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Recensione

Strani percorsi.

Dopo avere suggestivamente rievocato il giallo nostrano (La ragazza del lago) e l’impegno civile quasi di vecchio stampo (Il gioiellino), Andrea Molaioli prova a dire la sua sul teen-movie, per giunta all’americana, sebbene la sceneggiatura, scritta con opportuna leggerezza dal regista con Francesco Bruni e Ludovica Rampoldi, derivi da un romanzo dell’inglese Nick Hornby (romanizzato per l’occasione).

E l’improbabile detour gli riesce, come se non bastasse con grazia.

La vicenda ruota intorno allo skater sedicenne Sam (Ludovico Tersigni sfoggia l’impacciato physique du rôle che ci voleva), grande ammiratore del campione Tony Hawk (in cameo perlopiù vocale), che avvia una relazione con la coetanea Alice (Barbara Ramella, anche lei alquanto aderente alla parte), la quale presto rimane incinta.

Il ragazzo, scoraggiato dall’analoga e poco felice esperienza dei suoi giovanissimi genitori (gli inappuntabili Trinca e Marinelli, titolari dei momenti migliori del film), si tira indietro, ma sorprendentemente di tanto in tanto guarda “profeticamente” in avanti… Sono proprio queste surreali, simpatiche (e a volte abbastanza illogiche) “visioni” a vivacizzare e a far risaltare lo stile narrativo, per la verità già valentemente sorretto da personaggi deliziosamente delineati, ivi compresi l’amico svagato Gianluca Broccatelli, la nonna verace Lidia Vitale e il ragazzo-padre Fausto Maria Sciarappa.

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Max Marmotta