
They – Incubi dal mondo delle ombre
- Robert Harmon
- Dagmara Dominczyk, Ethan Embry, Laura Regan, Marc Blucas
- Horror, Thriller
- Stati Uniti
- 1 November 2002
Trama
Julia studia psicologia, è fidanzata con l’alacre Paul, che fa il portantino nelle ambulanze, ed è molto amica di Billy, considerato in prevalenza uno schizzato.
Proprio lui, sconvolto, una sera chiama Julia e le dà appuntamento in un bar. Il ragazzo racconta che le ombre che lo ossessionavano durante la tenera età sono tornate a tormentarlo e, in preda al panico per un imminente black-out (da qualche tempo la città accusa una crisi energetica), si uccide.
Sgomenta, Julia, anche lei afflitta da bambina da terrori notturni che stanno ricominciando a manifestarsi, si rifugia in Paul e in due nuovi conoscenti, appropinquatisi durante il funerale di Billy, Terry e Sam: pure loro sono disturbati da sinistre e invisibili presenze che si muovono soltanto al buio.
I tre provano a decifrare il contorto diario del suicida e comprendono che le strane ferite che li accomunano sono dei marchi che non promettono nulla di buono.
Julia si rivolge al dr. Booth, neuropsichiatra infantile che un tempo l’aveva in cura.
Recensione
Benché Wes Craven costituisca quasi una garanzia come regista, è un po’ meno affidabile nel ruolo di produttore (Wishmaster, Urban Legend): Stavolta comunque ha fatto centro, restituendo fra l’altro dignità ad un collega, Robert Harmon, che dopo il fulminante esordio con The Hitcher – La lunga strada della paura sembrava essersi perso (Teneramente in tre con Travolta e Accerchiato con Van Damme sono alcuni dei suoi lavori successivi).
L’accorgimento principale è semplice e vincente: ridurre all’osso gli effetti speciali (le accennate “creature” sono di Patrick Tatopoulos) ed inquietare la platea con piccoli movimenti, ombre, sagome, dettagli, cigolii (funzionano sempre), visioni parziali, lasciando così maggiore spazio all’immaginazione.
Non è una messe del brivido, piuttosto un piccolo horror sulle paure infantili che non ha bisogno di spiegazioni o ragionamenti.
La mdp si muove con perizia, riciclando con parsimonia persino qualche cliché e utilizzando con intelligenza un tòpos (la paura del buio) tornato di moda (vedi Al calare delle tenebre).